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Il Controllo di GestioneViene definita Controllo di Gestione quella tecnica che permette di tenere sotto sorveglianza l’andamento del fenomeno aziendale nei suoi vari aspetti - costi, ricavi, situazione finanziaria ed assetto patrimoniale - nell’intento di perseguire il fine prefissato per la gestione di cui si discute. Solitamente si fa riferimento ad un sistema di controllo che, avendo ipotizzato un piano di lavoro-budget con determinati obiettivi - costi e ricavi, situazione finanziaria e patrimoniale - confronta periodicamente i risultati conseguiti con gli obiettivi per trovare utili indicazioni di governo, ovvero di modifica o meno dei comportamenti generali al fine di raggiungere mete prefissate. IL CONTROLLO DI GESTIONE NELLA PICCOLA E MEDIA IMPRESAIl controllo di gestione è oggi indispensabile per qualsiasi tipo di impresa. Di solito questa attività è esercitata dall’imprenditore mnemonicamente, in quanto nelle attività di minori dimensioni il titolare si è ricostituito dei “punti di equilibrio” empirici e a quelli -giorno per giorno, anno per anno - fa riferimento (ad es. i coperti per il ristoratore, le presenze per l’albergatore, l’incasso giornaliero per i commercianti, i pezzi, i metri quadrati, i litri per l’artigiano). Non v’è dubbio che per le piccole imprese un controllo così esercitato abbia una sua efficacia. Quando tuttavia l’impresa assume dimensioni più rilevanti ed condotta da una pluralità di soci, l’attività di controllo deve essere formalizzata. Presupposto per il controllo della gestione formalizzato è la contabilità ordinaria, anche se in alcuni casi è stato applicato in assenza di tali scritture (associazioni, scuole, agenzie, ecc.). Non è possibile standardizzare l’applicazione formalizzata del controllo di gestione, in quanto dipende da più variabili che ne condizionano lo sviluppo, tra cui le principali sono il volume d’affari, il tipo di attività svolta, la natura giuridica. A titolo indicativo, considerando il volume d’affari, potremmo schematizzare la situazione delle diverse realtà individuando: · l’area di indifferenza · l’area di sensibilizzazione · l’area di necessità.
Le imprese commerciali per esempio mostrano una certa sensibilizzazione al controllo della gestione formalizzata ai livelli di fatturato più elevati. Ciò deriva dal fatto che la maggiore semplicità della gestione comporta sistemi di controlli empirici anche a livelli di fatturato consistenti. Nell’impresa manifatturiera e in quella di servizi invece il livello scende, data la maggiore complessità dei fattori da tenere sotto controllo. Nell’abbassare la soglia di sensibilità nelle imprese manifatturiere e di servizi hanno influito anche le diverse condizioni del mercato, divenuto sempre più competitivo per il processo di globalizzazione. Infatti, mentre negli anni 50/60 le imprese manifatturiere non avevano esigenze di controllo di gestione pressanti, in quanto tutte le attività intraprese erano più o meno remunerative, passato il periodo della ricostruzione i mercati si sono via via saturati e lo sviluppo delle tecnologie in ogni campo ha posto il problema della più precisa conoscenza dell’ambiente esterno e dell’ambiente interno in cui l’impresa opera. In questo rientra il controllo della gestione, che negli anni futuri diverrà un’esigenza sempre più sentita. Nel trattare la materia contabile ai fini del suo utilizzo per un miglior controllo della gestione, occorre precisare che ciò può essere fatto solo con dati reali ed effettivi. Tanti sono motivi di carattere esterno che determinano la contabilizzazione dei fatti amministrativi senza tener conto dei corretti principi contabili. Sono motivi fiscali, di ottenimento del credito, di distribuzione dei dividendi; e tutte le politiche di bilancio largamente adottate in passato - nonostante le nuove regole del codice civile - si ritiene verranno impiegate anche nei futuri esercizi. Se tale comportamento, in molti casi previsto dalla legge (ammortamenti anticipati, sopravvenienze attive e plusvalenze capitalizzabili ecc.), può essere compreso ai fini esterni, ai fini interni i dati da prendere come base per il controllo della gestione non possono che essere esclusivamente quelli corretti e completi, altrimenti si renderebbe inefficace l’attività di controllo, in quanto non attinente alla realtà effettiva dell’impresa. Il controllo di gestione, pertanto non può essere un’ulteriore esercitazione contabile, una “ridda” di numeri preparata dai contabili, storicamente, per confondere i risultati degli altri operatori aziendali. Occorre ricordare però che è preminentemente un’attività dell’organo amministrativo. Il mio Studio – grazie ad una consolidata esperienza nella
consulenza organizzativa alle piccole e medie imprese – si propone per la
predisposizione o il miglioramento dei sistemi di controllo di gestione che
rappresentano strumenti indispensabili per il governo dell’impresa. Scarica la presentazione dei nostri servizi
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